Brasile del Nordest.Il litorale del Paraiba e l'ultima riserva indigena della costa del Brasile

Viaggio nel litorale dello stato del Paraiba alla scoperta di spiagge deserte ed incontaminate, riserve naturali di grande importanza come l'area di preservazione del lamantin e dell'ultima testimonianza esistente sulla costa della cultura dei nativi originari del Brasile, gli Indios Tupì della riserva Potiguara di Baia da Traiçao.

  • Baía da Traição - State of Paraíba, Brazil

I potiguara vengono descritti fin dalle prime cronache del XVI secolo come parte del grande gruppo degli Indios Tupì e Tupinambà, nome generico dato agli Indios che abitavano il litorale Brasiliano all’arrivo dei Portoghesi e con caratteristiche comuni sia linguistiche che culturali. I Potiguara ( tra le varie versioni del nome troviamo anche Potigoar, Pttiguara, Potyuara e Petigoar che venne interpretato come mangiatori o pescatori di gamberi) occupavano il litorale compreso tra le odierne città di Joao Pessoa, nel Paraiba e Sao Luis, nel Maranhao. Le cronache all’inizio del 1600 parlano di una popolazione di circa 14000 Indios censiti dai Padri Francescani che qui avevano le loro missioni, questo dato non teneva conto del fatto che all’epoca molti Indios non erano ancora evangelizzati e sopratutto che le guerre e le malattie portate dagli Europei nel nuovo continente avevano causato la morte di migliaia di nativi, si calcola comunque che prima dell’arrivo dei Portoghesi la popolazione Potiguara ammontasse a circa 100.000 persone. La maggior parte degli aspetti culturali dei Potiguara è giunta a noi attraverso le cronache di missionari e viaggiatori europei il cui punto di vista era assolutamente parziale e molto critico nei confronti di un popolo considerato selvaggio e non cristiano. Accade quindi spesso di imbattersi in descrizioni che, con molta probabilità, non corrispondono alla verità, è il caso, per esempio, dell’episodio avvenuto proprio a Baia da Traiçao e che ne ha poi generato il nome (Baia del Tradimento) dove i Portoghesi avevano lasciato un piccolo avamposto militare a presidio della regione, in un primo momento i soldati vennero accolti come amici ma in seguito ad un episodio di stupro nei confronti di alcune giovani Potiguara la guarnigione venne massacrata e i corpi dei soldati, a quanto raccontano le cronache portoghesi, smembrati e mangiati dagli indios. Dal 1515 i Francesi intrapresero un rapporto commerciale legato al Pau Brasil, albero simbolo del Brasile, con i Potiguara e stabilirono a Baia da Traiçao una stazione commerciale ed un avamposto militare. Quando, nel 1575, i Portoghhesi tornarono per conquistare le loro terre i Potiguara trovarono nei Francesi un valido alleato per resistere alla colonizzazione dei Lusitani ai quali si opposero per 23 anni fino alla loro capitolazione nel 1598, ormai decimati dal conflitto e dalle malattie importate dall’Europa, abbandonati dai Francesi che avevano perso ogni la supremazia su questo tratto di costa sudamericana i Potiguara si arresero ai Portoghesi ma non persero mai il loro orgoglio guerriero che si tramandarono per generazioni fino ad oggi.

 

  • Barra de Camaratuba

Barra de Camaratuba è il limite settentrionale della riserva Potiguara, la piccola comunità indigena che vive qui si dedica alla produzione dell'artigianato tipico degli Indios che viene venduto con il marchio di un'associazione di donne creata per preservare e riscattare la cultura dei Potiguara. La strada che conduce qui da Baia da Traiçao termina in questo punto, chi vuole continuare verso nord, in direzione di Pipa e Natal, deve attraversare il fiume con una piccola "balsa" (chiatta). Una volta sull'altra sponda del fiume si potrà fare un bagno nella sua foce, dove acqua dolce e salata si mischiano continuamente per l'effetto delle maree. Il luogo è, come spesso accade nel Nordest del Brasile, uno scenario naturale di incomparabile bellezza che non dimenticherete facilmente.

  • Aldeia São Francisco

Il villaggio di Sao Francisco si trova nel bel mezzo della riserva indigena, è una sorta di capitale dei Potiguara, qui una volta all'anno, in aprile, si svolgono i giochi olimpici Potiguara, dove le 32 "Aldeias", (villaggi) si sfidano in varie competizioni sportive tra cui tiro con l'arco, la corsa con i tronchi di coqueiro ed il tiro alla fune. La manifestazione si conclude dopo una settimana con una grande festa dove centinaia di Indios si riuniscono per svolgere rituali religiosi e danzare il Torè al ritmo di tamburi e maracas. Nel villaggio sono in funzione due "Casas de Farinha" strutture comunitarie dove gli abitanti possono accedere per lavorare la manioca e produrre farina e gomma per la famosa tapioca. Nei pressi di una delle case di farinha si trova la casa di Fatima, la più importante sciamana della riserva che ci ospita preparando un assaggio della cucina tipica Potiguara a base di pesce, frutti di mare e crostacei accompagnando il tutto con canti tipici e raccontando leggende della religione degli Indios.

  • North Coqueirinho Beach

Trekking alla spiaggia di Coqueirinho Quando si accede al mare dalla Ponta das Trinceiras, una lingua di sabbia bianca ricoperta da palme da cocco che si protende verso l’Oceano, la vista è fantastica e si perde in direzione sud per chilometri seguendo il profilo sinuoso della spiaggia bagnata dalle onde, all’orizzonte spiccano le sagome scure delle palme di Coqueirinho ad 8 chilometri di distanza. La camminata viene organizzata seguendo gli orari della marea, che in questa regione varia da 0 a 2.6 metri. La marea di questa mattina è 0.1, tra le più basse dell’anno, e ci permette di ammirare la spiaggia di Prainha nella sua estensione massima. Cominciamo a camminare in direzione sud tenendo come punto di riferimento una coppia di palme che svettano solitarie tra le dune di sabbia chiamate Romeo e Giulietta, dopo poche centinaia di metri usciamo dall’area edificata della città per trovarci in un ambiente naturale di incredibile bellezza composto da dune di sabbia bianca e palme da cocco, volgendo lo sguardo ad est si può vedere chiaramente la Ilha da Croa, una piccola spiaggia formatasi tra la barriera di recife (vedi il post monumenti geologici del Paraiba) come se fosse un atollo in mezzo al mare. Dopo circa 4 chilometri raggiungiamo e superiamo una punta e davanti a noi si apre la fantastica baia di Coqueirinho, un’insenatura a forma di mezza luna che si estende per 3 chilometri, completamente deserta, il mare qui è calmo e la bassa marea lascia scoperta una secca che collega la spiaggia alla barriera di recife che qui dista alcune centinaia di metri, la percorriamo tutta e raggiungiamo il piccolo villaggio di Coqueirinho abitato da pochi indios Potiguara che si dedicano alla raccolta delle vongole. Il villaggio è composto da due file di case ai lati di una strada di sabbia, unica via di collegamento con la città, alla fine della strada si trova la piccola chiesa di Nossa Senhora dos Navegantes dove ogni anno viene portata la statua della santa protettrice, custodita a Baia da Traiçao.

  • Camurupim

Base di partenza dell'escursione all'area di preservazione del lamantino marino e delle foreste di mangrovie, Camurupim è un minuscolo villaggio Potiguara adagiato sulle rive del Rio Sinibù habitat delle foreste di mangrovie. Da qui, con piccole imbarcazioni a motore, ci si addentra nell'intreccio spettacolare delle mangrovie per arrivare alla foce del fiume, dove il panorama si apre sull'oceano e sulla sequenza interminabile di spiagge deserte. Alla foce del Sinibù gli abitanti dei villaggi vicini raccolgono vongole ed altri tipi di molluschi per venderli al mercato di Baia da Traiçao. L'escursione prosegue e raggiunge il "Paradiso delle Tartarughe". Situato sul recife che in questo punto corre parallelo alla costa e da cui si possono osservare decine di tartarughe nuotare in mare aperto. Ci si dirige poi alla spiaggia di Barra de Mamanguape, kilometrica, deserta, incontaminata spiaggia di dune che si sviluppa in direzione sud per 30 km. Qui è d'obbligo un bagno nelle piscine naturali formate dalla barriera corallina e dalla spiaggia. Infine arriva il momento della ricerca del lamantino alla foce del Rio Mamanguape, habitat ideale del grande mammifero che qui è rappresentato da cinque esemplari che vivono in completa libertà, ma continuamente monitorati dal ministero dell'ambiente. Tutta l'area che si visita durante questo tour fa parte di una immensa area di protezione ambientale di primaria importanza ecologica e biologica.

  • Praia do Forte

Praia do Forte è uno dei siti storici di Baia da Traiçao, qui, sull'alto di una falesia di arenaria dai colori sgargianti, sorgeva l'antico forte Portoghese di cui oggi restano a testimonianza tre cannoni con il simbolo della Corona Portoghese. La vista da questo punto è meravigliosa e domina la baia che ospita Baia da Traiçao con il piccolo porto dei pescatori. Una associazione di donne Potiguara coltiva in loco le piante medicinali che fanno parte della cultura indigena e che, ancora oggi, vengono usate dai "Pajè", gli sciamani della comunità.

 

  • Rovine della Chiesa e convento di Sao Miguel Arcanjo

Suggestivo sito storico della regione, il convento è composto dal corpo di fabbica della chiesa francescana della metà del '700, oggi catalogata tra i beni culturali del Paraiba. della chiesa, abbandonata da tempo, rimangono ancora i muri perimetrali e parte delle decorazioni interne avvolte dalla vegetazione, il tetto è crollato anni or sono e l'immagine ed il culto del santo sono stati trasferiti al villaggio di Sao Francisco, ma ancora oggi nel giorno del patrono San Michele Arcangelo, la chiesa accoglie una processione religiosa molto suggestiva. Il villaggio di Sao Miguel è l'unico a mantenere ancora la sua forma circolare, originaria dei villaggi Tupì e Tupinambas, del nord del Brasile ed è considerato il più antico della riserva.

 

  • Alto do Tambá

I 12 km. che separano Baia da Traiçao dal Rio Camaratuba, confine settentrionale della riserva indigena, ospitano uno dei tratti di falesia più belli e meglio preservati di tutto il Brasile, le falesie sono formazioni rocciose di arenaria che a seconda della loro composizione assumono varie colorazioni che vanno dal bianco al giallo, arancione e rosso. Un sentiero corre parallelo, in parte in cima alla falesia ed in parte sulla spiaggia sottostante e permette di raggiungere Barra de Camaratuba a piedi in circa 2 ore e mezzo. Dalla località di Alto de Tambà è possibile accedere alle falesie passando per il terreiro sagrado del Pajè Antonio, nel villaggio di Tambà, da cui si gode di un panorama spettacolare. Pajè antonio ospita nella sua casa i visitatori raccontando le storie e le usanze dei Potiguara e mostrando l'artigianato tipico prodotto dalla sua famiglia.

  • Lagoa Encantada

Una laguna di acqua cristallina nel mezzo della vegetazione lussureggiante dove si può fare un bagno rinfrescante e nuotare in mezzo a branchi di minuscoli pesci. Lagoa Encantada è il nome più appropriato per questo angolo di paradiso sconosciuto.

  • Villaggio indigeno di Laranjeiras
Villaggio sperduto nel profondo della riserva, qui è attiva una delle Case di Farinha dove viene lavorata la manioca. Con un po' di fortuna si può assistere al processo di produzione e magari assaggiare le prelibatezze del forno come il Beijù, una sorta di focaccia spessa e ruvida ripiena di cocco tritato.
 
  • Sorgente del Rio do Gozo
     
  • Progetto lamantino 

La base dei biologi che studiano il lamantino si trova nella bellissima spiaggia fluviale di Barra de Mamanguape, da qui un sentiero porta alla Barra de Mirirì attraversando tratti di foresta Atlantica e spiagge deserte fino a giungere alla foce del Rio Mirirì, un luogo di bellezza naturale incontaminata dove sorge una chiesa del XVI secolo abbandonata e senza tetto dove un'enorme albero di gameleira si è fatto strada con le radici tra le secolari pareti della chiesa.

 

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