1000Roads Compagni di Viaggio

“Don’t cry for me, Argentina” è un brano musicale composto nel 1975 da Andrew Lloyd Webber per il musical Evita.

Io tornando in Italia cercavo di auto consolarmi cantando “Don’t cry for Argentina”, tante erano le lacrime che ho versato in quel volo Buenos Aires – Madrid.

Sapevo che l’Argentina mi sarebbe piaciuta.

Quel che non sapevo è che avrebbe cambiato per sempre la percezione di me stessa, dei miei limiti e delle mie capacità.

Non dimenticherò mai i colori delle montagne del Nord, i leoni marini della Patagonia, il ghiacciaio perenne del perito Moreno, le contraddizioni di questo enorme Paese, la storia travagliata del Sud, i desaparecidos, le amicizie nate in ostello e alla fermata del bus, gli occhi che si illuminano quando citi Diego Armando Maradona, ma soprattutto la voglia degli argentini di “compartir” tutto quello che hanno a portata di mano: acqua, mate, empanadas, caramelle, immaginette dei santi, etc.

Non voglio romantizzare l’Argentina, so benissimo che è un paese con forti tensioni economiche e sociali, ma 30 giorni non sono poi così pochi per osservare, conoscere e capire che il popolo argentino è generoso, curioso, aperto alla novità, alle differenze personali, attratto – come i suoi miti dimostrano -da un pizzico di follia.

Dopo questo viaggio sono convinta che la civiltà di un Paese non si misura solo dal progresso tecnologico e scientifico, ma anche dalla qualità dei rapporti umani e sociali che il suo popolo è in grado di offrire … in questo gli argentini hanno molto da insegnare.

Provare per credere!