9200km di rara e fredda bellezza, verso la terra dei Cavalli.

Viaggiare, esplorare è stato sempre un modo per me di mettermi in gioco, un viaggio alla ricerca, una risposta istintiva alla mancanza di qualcosa che questa vita cittadina non mi dava.

Solo che questo viaggio attraverso la siberia fino all’imponente Cina, è un viaggio diverso e più difficile di tutti gli altri perché ogni passo, ogni scelta ha a che fare con una storia di visi e popolazioni che mi ha condotto in un percorso interiore, un ritorno alle radici dell’uomo, un assaggio delle antiche tradizioni.

 

9200km di rara e fredda bellezza, questa è La Transiberiana, il treno d’oro degli zar, un treno che attraversando tutta l’Eurasia ti fa vivere dimensioni differenti attraversando in una linea retta terre e popolo antichi. E’ solo grazie a questo treno che sono giunto nella terra dei sciamani, dei cavaliere selvaggi “la Mongolia” ed è proprio di lei che voglio raccontarvi.

 

“Qualsiasi mongolo, non importa quanto abbia vissuto in città, resta nomade nel cuore.

Il nomadismo nasce come una necessità, dovendo in passato i pastori spostare i loro animali per le steppe alla ricerca di erba fresca e acqua. Chilometri e chilometri percorsi per trovare pascoli sempre diversi.

Con l'avvento del progresso questo modus vivendi non è cambiato.

 

Da necessità il nomadismo è diventato un irrinunciabile stile di vita.

Oggi come non mai i mongoli sono attratti dall'idea di trasferirsi nei centri urbani alla ricerca di un posto fisso, e non pochi partono e vanno a cercare sistemazione nella “grande citta”. Ma altrettanti continuano a scegliere di restare nella steppa con i loro animali, incapaci di rinunciare alla libertà e all'indipendenza garantita dalla loro terra.

 

Uno stile di vita autonomo, lontano dal nostro presente, che è percepibile soltanto attraversando questa terra sconfinata, che appartiene a questa gente da sempre, soltanto vivendo a stretto contatto con loro, si può , si riesce a percepire la loro anima il loro stile, spirito di vita.

 

Non possiamo dimenticare che il nomadismo è la fonte storica della nostra diversità come specie animale. I primi a migrare furono proprio gli ominidi nostri antenati nomadi che con il loro viaggiare colonizzarono il mondo.

 

Il bisogno di spostarsi ha condotto l'uomo all'esplorazione, a scoprire terre diverse, a fondare comunità lontane, finendo per sviluppare culture sempre nuove.

 

Circa diecimila anni fa l'homo sapiens compì un enorme salto evolutivo, dedicandosi all'allevamento. Qui è ancora come una volta.  Ho visto con i MIEI OCCHI un uomo puro, autonomo, privo da quelle sovrastrutture sociali che giorno dopo giorno hanno dato vita alla società che conosciamo, imprigionando la nostra libertà.”

 

Ora comprendo perché dai testi, la Mongolia viene definita la terra dei cavalli e delle aquile, entrambi questi animali, Totem , rappresentano il simbolo l’icona vivente della parola LIBERTA’.

 

 

 

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