Viaggio in Indonesia: Manado ed il Sulawesi (Prima parte)

Il mio viaggio last minute in Indonesia: alla soperta del Sulawesi

 

Volevo tornare in Asia da un po’. Conservo ricordi straordinari dei miei viaggi in questa parte del mondo. Non credevo però di tornarci in un modo così inaspettato. E invece il destino ha voluto che dovessi organizzare il mio volo fino alla città di Manado, capitale della provincia indonesiana del Sulawesi Settentrionale, in sole 24 ore.

Ora vi immagino, google maps sotto mano, a cercare questa destinazione non famosissima, soprattutto per i non appassionati di diving. Vi aiuto subito con una cartina.

 

 

 

Va detto che se non avete immediatamente idea di dove sia questa località siete giustificati dal fatto che l'Indonesia, con oltre 17.000 isole, è il più grande Stato-arcipelago del mondo, praticamente immensa. Un mosaico di luoghi, paesaggi, religioni e culture diverse.

E’ naturale che nell’economia di un viaggio in questo straordinario Paese, si sia costretti a selezionare alcune mete piuttosto che altre. Come? In genere io utilizzo le guide o i diari di viaggio come fonte per costruire un piano di viaggio. E ovviamente raccolgo informazioni da altri viaggiatori che ci sono già stati. 

Ma al contrario di  un tour organizzato, la fortuna del viaggio fai da te è quella di avere l'opportunità di uscire dai consueti percorsi turistici per scoprire alcune mete ricche di fascino e magari più autentiche proprio perché ancora poco toccate dal turismo di massa. 

E così vinta dalla curiosità, accogliendo con grande onore l’invito dell’Ente del Turismo Indonesiano, ho volato fino a Manado sull'isola di Celebes. Ed eccomi qui a raccontarvi la mia breve avventura in questo piccolo paradiso.

 

 

La città di Manado

 

Arrivare a Manado richiede qualche ora di viaggio. Io ho volato con la Thai airlines su Jakarta con una breve sosta a Bangkok per poi prendere un volo interno di 4 ore e mezza della Garuda Indonesia. Tutto sommato, nonostante le numerose ore di volo, un viaggio molto confortevole: ho praticamente dormito tutto il tempo! 

Sono arrivata in città di sera molto tardi e ho dormito in un hotel sulla collina. Dalla mia finestra una distesa di luci della città che si dileguano nella baia dove è impossibile distinguere nell’oscurità il confine tra mare e cielo.

La mattina dopo eccitatissima sono già sveglia all’alba e mi godo dalla finestra il paesaggio che cambia, mentre il cielo si tinge di rosa e finalmente la luce illumina il mare della baia, le barchette dei pescatori e la presenza austera e quasi minacciosa dei vulcani all’orizzonte.

A colazione come sempre ho una gran fame e mi lascio tentare da alcuni dolcetti tipici di cui però non riesco a distinguere gli ingredienti. Tra questi anche alcuni piccoli fagottini fritti di verdure che mi ricordano i famosissimi involtini primavera cinesi. I miei compagni di viaggio mi guardano sorpresi, ma la curiosità culinaria in viaggio per me è fondamentale quanto quella culturale!

 

Ci buttiamo in strada per visitare la città e i suoi dintorni. Manado ti colpisce subito per il gran numero di mini bus blu che invadono le strade, in un traffico cittadino che però non sembra smuovere la tranquillità della popolazione locale, sempre pronta a distribuire sorrisi.

 

 

Tra gli edifici cittadini, spuntano le chiese, numerosissime. Di primo impatto si rimane colpiti da questa presenza per me un po’ inaspettata in Asia. Ma del resto la maggior parte degli abitanti su quest’isola è protestante, sebbene siano presenti e convivano benissimo anche molti mussulmani. Sono chiese moderne dai tetti spioventi color cotto, con enormi crocifissi blu sulle facciate.

Ovviamente per chi è nato come me in un Paese in cui ci sono più chiese che abitanti è difficile rimanere incantato, ma visitarle aiuta a comprendere meglio la cultura di questa piccola parte di mondo. Anche perché di alcune di queste chiese sono davvero orgogliosi.

  

 

 

 

Dagli edifici di culto addensati nella città , raggiungiamo un’enorme statua di Cristo volante che sembra fluttuare sulla vallata con le braccia aperte ad accogliere tutti i visitatori di Manado. Il Jesus blessing è un monumento a cui gli abitanti di Manado tengono moltissimo. E’ alta 30 metri, più altri 20 metri di piedistallo ed è la quarta statua pù alta al mondo. L’avreste mai detto? Alla base del monumento è inscritta la frase "Torang Samua Basudara" che significa, nel dialetto locale, siamo tutti fratelli e sorelle. Al di là del proprio credo, queste parole hanno a mio avviso una potenza straordinaria.

 

 


 

 

I dintorni di Manado: tra laghi e vulcani

 

Uscendo dalla città di Manado vale la pena fermarsi nella città di Tomohon, ubicata in una valle fra i vulcani Lokon e Mahawu. Il Lokon a circa 15 km da Manado è un vulcano  tuttora attivo, anzi tra i più attivi della zona. Una volta all'anno con la sua esplosione attira numerosi fotografi e giornalisti da tutto il mondo. Il vulcano ha comunque eruttato l’ultima volta nel 2011 costringendo migliaia di persone a fuggire. 

Sotto lo sguardo del Lokon, ci aggiriamo nella città di Tomohon, conosciuta come la città dei fiori. Ci vuole poco per capire il perché! In ogni angolo si vendono piante e fiori di ogni genere e ogni casa e' adornata da miriadi fiori colorati. Anche un fotografo inesperto rimane immediatamente folgorato da così tanti colori.

 

Mi avvicino ad un fioraio e curioso tra le composizioni floreali esposte. Un bimbo cerca in ogni modo di attirare la mia attenzione sfoderando una posa da divo di Hollywood, seduto su una panca, lo sguardo tenebroso e la sigaretta accesa in bocca. Pronto a godersi i flash di noi turisti. Mentre gli lascio godere il suo attimo di gloria ricordo di aver sentito che la percentuale di fumatori qui è altissima anche per via del costo ridotto delle sigarette. Nonostante questa nota poco positiva, non riesco a trattenere il sorriso mentre immortalo le pose da divo del mio nuovo piccolo amico. 

 

 

Continua...

 

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