In internet ne parlano come la tendenza del momento dopo il boom del foodtravel, ma sono dell' opinione che sia sempre esistito. E' da quando sono nata che sento mia nonna parlare di Mosca e San Pietroburgo come i posti che più di tutti avrebbe voluto visitare (poi una ventina di anni fa ha realizzato il suo desiderio) ispirata dai romanzi di Dostoevsky e Tolstoj. Credo che il turismo letterario non sia un' inclinazione del momento ma che vi sia sempre stato un naturale istinto di vedere con occhi ciò di cui si è solo letto. Per quanto mi riguarda, non sono neanche mai riuscita ad arrivare a metà di Anna Karenina, ma la mia "Russia" è stata il Cile (dove ahimè ancora non sono stata) , che visitavo attraverso le pagine della Casa degli Spiriti di Isabelle Allende , o la Barcellona raccontata da Carlos Luiz Rafon, la Praga di Kundera, l' Alaska di Krakauer, la Istanbul di Shafak, la Eboli di dove si è fermato Cristo (no, qui sto scherzando :D ). Personalmente, la parola "turismo" non mi entusiasma ma viaggiare alla scoperta di posti conosciuti solo attraverso la penna di bravi autori è un modo eccezionale per visitare luoghi nuovi e quindi se moda deve essere, questa moda mi piace. Vi lascio con una foto che mi ritrae a Concord, Massachussets davanti alla casa di Louisa May Alcott, la scrittrice di Piccole Donne...perchè posso aver letto di tutto ma fondamentalmente io a pattinare su quel lago ghiacciato con Jo e le sue sorelle ci sarei voluta stare.
